sabato 4 maggio 2013

Bike Sharing

Il Bike Sharing sperimentato nel Municipio I ed esteso nei nostri parchi.

Leggendo Repubblica, alcuni giorni fa, sono incappato nell'articolo di Manuel Massimo "Roma: bike sharing anno zero. La via crucis tra le ciclostazioni". Riporto solo alcuni passaggi per arrivare al nocciolo del problema:

"Il servizio di condivisione delle biciclette del Comune, partito in via sperimentale dal 2008 nel I Municipio e mai realmente decollato in città, negli ultimi dodici mesi ha subito una completa involuzione. Stalli vuoti, pochissime bici, sosta selvaggia davanti alle colonnine, gomme a terra e meccanismi arrugginiti
Esattamente un anno fa, il 28 aprile 2012, migliaia di cittadini in bici chiamati a raccolta dal movimento #Salvaiciclisti manifestavano ai Fori Imperiali chiedendo "città a misura di bicicletta" e amministrazioni più sensibili alle istanze dei ciclisti urbani.
Il Campidoglio, nonostante l'approvazione del Biciplan e la promessa di realizzare "mille chilometri di piste ciclabili in città", sembra aver dimenticato il progetto nel cassetto." 

Ora alcune considerazioni sullo stato del progetto e alcune proposte che potrebbero invertire la rotta e dare origine ad un sevizio importante per tutti.

A) il progetto di Bike Sharing di Alemanno si è assestato su 450 biciclette in tutto (tanto per dare l'idea Parigi ne ha 24.000). Meno bici ci sono, meno cittadini possono utilizzarle e meno puoi fare affidamento sulla reperibilità del mezzo.

B) il progetto è costato 1 milione e 800mila Euro, chiaramente tre volte e mezzo quello che, a parità di bici, è costato in Francia, ma si sa, da noi le bici sono speciali!

C) oggi le colonnine attivate sono vuote, gran parte delle bici sono "sparite", altre sono rotte, arrugginite o con le ruote a terra.

D) nonostante il grave collasso del sistema, il Sindaco (ancora per poco, speriamo), ha inaugurato i punti di Villa Ada e Villa Borghese, con 100 bici fiammanti, a pedalata assistita (che necessitano di carica) per girare nei due parchi.

A mio avviso il bike sharing rappresenta una grande risorsa per la mobilità sostenibile. Purchè progettato e realizzato con intelligenza e a misura di cittadino! Nel Municipio II si può sviluppare questo servizio rendendolo davvero efficiente.

1. il numero delle bici deve essere più alto, e le basi devono coincidere con i principali nodi di scambio, capolinea e fermate metro. Quello delle bici nei parchi è una sorta di noleggio all'antica (perchè si paga) e non ci vedo nulla di innovativo. Magari avremmo potuto acquistare, al posto delle costosissime ibride a pedalata assistita, delle normali bici, resistenti ma funzionali. Con la stessa cifra ci troveremmo il quadruplo dei mezzi!

2. il sistema di accesso al servizio deve essere semplificato al massimo: non è possibile seguire la trafila prevista tra sportelli ATAC, documenti, ecc. E' un sistema che scoraggia i potenziali utenti. Il Municipio può essere l'intermediario che gestisce gli accrediti in modo semplice e veloce. Io in una biblioteca comunale mi sono fatto la tessera, presentandomi con un documento, in 5 minuti!

3. il Comune di Roma deve ripensare interamente la mobilità garantendo da una parte la sicurezza dei ciclisti, dall'altra permettendo ai cittadini di utilizzare il trasporto pubblico per portare con sè la bicicletta, come avviene in tante Capitali europee. La Metro B1 da poco aperta nel nostro Municipio è così moderna, innovativa ed efficiente che ti impedisce di arrivare al centro della città con la tua bici. Non servono capitali per questo, solo piccoli accorgimenti che però renderebbero la nostra città più vivibile.

4. il territorio (nella sua accezione strutturale e urbanistica) deve saper educare e invogliare all'uso delle due ruote. Tanto per fare un esempio, visitate le scuole del nostro Municipio e contate quante rastrelliere trovate. Domanda retorica, risposta scontata.

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